Quello Che Le Fashion Blogger Non Dicono
...per gli amici logopedisti QCLFBND
giovedì 3 settembre 2015
Storia di Aylan
martedì 28 luglio 2015
Lo sporco mestiere di madre.
lunedì 22 giugno 2015
SOS Valigia per le vacanze. Un grido d'aiuto.
giovedì 18 giugno 2015
Di Ramadan e demenza conclamata
lunedì 1 giugno 2015
La verità, vi prego, sul sonno dei bambini.
venerdì 15 maggio 2015
Chi ha bisogno del c***o quando c'è Pinterest?
martedì 14 aprile 2015
Tipologie di mamme da evitare
mercoledì 18 marzo 2015
Je suis Bardo. Post serio.
Oramai lo sapete tutti voi che mi seguite: io vivo a Tunisi. Da oltre un anno. Qui ormai c'è la mia casa. Qui è nato e sta crescendo mio figlio. Qui lavora Coinquilino. Qui ho tanti amici, famiglie provenienti da paesi e culture diversi. Insomma qui è la mia vita.
Durante questo anno mi sono molto lamentata in maniera scherzosa con amici e parenti della popolazione locale. Perché ti dicono sì anche se è no. Perché ti danno un appuntamento per riparare la caldaia e svaniscono nel nulla. Perché trovano normale guidare contro mano su una strada a scorrimento veloce. Perché ti rifilano l'harissa super piccante anche nel latte e caffè.
Ma quello che è successo il 18 marzo 2015 al Museo del Bardo non è la Tunisia che conosco e che, infondo, amo. La Tunisia non è un coacervo di rabbia e violenza cieca. Non è un covo di terroristi senza pietà. Non è un luogo di paura.
La Tunisia che conosco e amo è un luogo tranquillo, dai ritmi lenti, dove i vecchietti si fermano a salutare tutti i bambini che incontrano per strada. Dove un mendicante ti aiuta a far salire la carrozzina per una scala e rifiuta i soldi che tu gli dai perché "Non Madame c'est pour le bebé" che qui LE BEBÉ è sacro. Dove il ferramenta, il fornaio, il falegname e il vicino di casa ogni giorno ti chiedono come sta la famiglia e ti augurano che Dio la preservi. Dove la pescivendola ha il velo ed è bellissima e ti prepara dei filetti d'orata squisiti per LE BEBÉ. Dove la domenica si va a passeggio con la famiglia e si mangia il cous cous. Dove la signora che ti fa i servizi in casa ti aiuta a superare la tua piccola e inevitabile depressione post partum cullando il bambino con le coliche e sorridendoti e ascoltandoti e dicendoti che anche se ora stai piangendo sei una bravissima madre. Dove le ragazze escono in gruppo la sera e si divertono proprio come succede da noi. Ecco magari non proprio tutte fanno così, ma se per caso vuoi farlo nessuno ci trova nulla di male. Dove se una scapestrata ragazza italiana va in giro con la minigonna di pelle nera e il cappotto fucsia che sembra appena uscita da Pinterest nessuno le dice nulla. Al massimo qualche apprezzamento che diciamoci la verità quelli fanno sempre piacere. Dove i giovani si impegnano e vanno a studiare all'estero per diventare medici o ingegneri e spesso tornano e a volte no ma loro comunque vorrebbero tornare qui. Dove una donna di 50 anni lascia il suo paesino sulle montagne e i suoi 3 figli e viene nella capitale a vivere in casa di stranieri per aiutarli e rende la loro vita migliore e più semplice. E si sacrifica per aiutare la sua famiglia e per permettere ai suoi figli di studiare. Dove ci sono anche tanti stranieri - molti italiani - che lavorano sodo e che credono nel paese e che ci investono soldi, tempo e fatica perché amano questo posto. Dove tutto è a portata di mano, tutto è (apparentemente) semplice. Dove non c'è tanto da fare ma c'è il tempo e la voglia di farlo. Dove tutti parlano oltre alla loro lingua, anche il francese e un po' di italiano perché da piccoli vedevano la RAI.
Dove un intero paese - perfino la sua classe politica - si è rimboccata le maniche per dare ai suoi figli un futuro di pace e prosperità. Dove hanno fatto una rivoluzione quasi incruenta e dove hanno approvato una Costituzione all'avanguardia per il mondo arabo e pure per certi paesi occidentali.
Sono addolorata al pensiero di quello che è accaduto oggi. E ancora di più se penso che per molti europei da oggi la Tunisia sarà inghiottita nel buco nero del "mondo arabo, Islam, terrorismo, fondamentalismo, guerra, califfato". Non so cosa succederà e non ci capisco un cazzo e parlo solo a nome mio ma vi assicuro che questo paese è molto di più e merita molto di più. Quindi anche se solitamente odio ste cacate da social network mi sento di dirvi che Je suis Bardo.
lunedì 23 febbraio 2015
Oscar 2015.
martedì 10 febbraio 2015
Fescion Aicon: Chiara Ferragni
Inoltre, la Ferragna (come la chiamano affettuosamente sul ueb) ha dato prova di grande tenacia e determinazione che l'hanno condotta dal farsi i selfie con le tette da fuori a guadagnare milioni di euro e collaborare con i più importanti brand della moda. E, sebbene tutto ciò non nobile come cercare una cura per il tumore, merita comunque un certo rispetto.