Chi è Martin Margiela? Il signor Margiela è un fantastico stilista belga
che fa cose che voi umani non potete nemmeno immaginare a metà tra minimalismo spinto
e surrealismo concettuale. Tutta roba di una sciccosità che non ve lo sto
nemmeno a dire con colori base (bianco, nero, beige e rosso), tagli originali e
un sapore così radical chic da risultare quasi irritante.
Ora io generalmente i capi H&M nemmeno li considero perché, sebbene
graziosi alla vista, mi fanno veramente ribrezzo al tatto e nutro il fondato sospetto che, una volta indossati, producano gravi disagi per l’olfatto.
Tuttavia per il mio amico Martin vorrei fare un’eccezione e ho già adocchiato un paio di cosette che meritano questo strappo alla regola.
Tuttavia per il mio amico Martin vorrei fare un’eccezione e ho già adocchiato un paio di cosette che meritano questo strappo alla regola.
In particolare:
Questo vestito rosso mi ricorda quando a Carnevale di 2 anni or sono mi
vestii da Afrodite utilizzando solo un lenzuolo Ikea rosso e tante spille da
balia. So che in molti storceranno il naso ma io lo trovo veramente delizioso.
Poco chiaro invece dove, quando e come indossarlo. Non è un abito da cerimonia,
ma nemmeno da ufficio. Non è troppo indicato per fare la figa quando esci la
sera e nemmeno per un colloquio. Insomma, a meno che non siate veramente
radical chic, avrete difficoltà a trovare una degna occasione per sfoggiarlo.
Per quanto riguarda gli abbinamenti mi trovo d’accordissimo con la proposta della
foto: stivali bassi in cuoio, una bella mega-pochette sempre in cuoio,
bracciali dorati come se piovesse e capelli tirati.
Il mio preferito. Si lo so che è assurdo, che è per metà un vestito e per
metà un altro, che non saprete quale gamba depilare e quale lasciare incolta. Ma
ogni volta che metterete questo vestito stenderete tutti e vi darete un’aria di
superiorità intellettuale e autoironia che nessuna delle sciacquette intorno a
voi - vestite con un insulso Twin-Set pieno di balze e frù-frù - potrà mai ostentare.
In questo caso, il contesto è abbastanza
chiaro: deve trattarsi di una festa, di un ricevimento, possibilmente non eccessivamente
formale. Un vernissage o una festa in discoteca sono l'ideale, ma con un po' di personalità secondo me lo potreste mettere anche a un matrimonio.
A seconda delle occasioni
potreste indossarlo con bikers e pochette fluo oppure con tacco assassino (io ci vedo una decolté appuntita, poi non
so voi) e clutch gioiello (io ce ne vedo
una in stile Alexander McQueen, poi non so voi). Per quanto riguarda i capelli invece mi
sento di consigliarvi sempre di tirali indietro, che qui il protagonista è Martin, non il vostro parrucchiere.
Questo è uno di quei tailleur che possono rendere una donna felice e
soddisfatta anche in fase premestruale. Sempre che si accetti serenamente il fatto che i pantaloni si
facciano una merda strusciando per terra.
Un po’ Giappone, un po’ tuta della domenica. Un po’ donna in carriera, un po’
curatrice di mostre. Un po’ stronza, un po’ timida. Questo tailleur ha qualcosa
da dire, in ogni caso.
Io lo vedo bene per una riunione importante, ma anche
per eventi mondani o cerimonie (purché ci teniate ad apparire come una stronza spocchiosa, cosa che a me
personalmente fa sempre molto piacere!). Sbizzarritevi con gli accessori.
Io ci metterei scarpe basse o zeppe (piega
permettendo!), pochette rettangolari allungate color oro, orecchini prepotenti e rossetto rosso
fuoco.
I capelli in questo caso andrebbero sciolti. Lisci ovviamente. E biondi, ça va sans dire.
Insomma fra 2 giorni tutto questo ben-di-dio, tutta questa stilosità concettuale potrebbe essere accessibile anche per una
povera disgraziata come la sottoscritta.
Sempre che io decida di:
1) non andare
a lavoro;
2) passare la notte prima in fila davanti all’ingresso di H&M a Via del
Corso guardandomi in cagnesco con altre povere disgraziate assetate di modelli minimal-chic in taglia 42;
3) battermi come una leonessa per un paio di leggins
brillantinati della mia taglia che poi metterò - se tutto va bene - una volta (che in fin dei conti sono una persona normale e mi vergogno);
4) impoverire ulteriormente il mio conto in banca che già così grida vendetta;
5) procurarmi ferite e contusioni multiple negli inevitabili scontri fisici e verbali (voi non avete idea di quello che sono capaci di fare le fashion victim con budget limitato per una collezione sartoriale di H&M...).
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