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giovedì 27 settembre 2012

L'immane tragedia del cappotto low cost

La verità è che il fast fashion ha cambiato la vita di noi tutte donnine futili che amiamo i vestiti.

Ai tempi di mia mamma, ci si comprava se tutto andava bene 2 vestiti all'anno ed erano vestiti sempre belli, ben fatti, destinati a durare e magari ad essere regalati a cugine e nipoti dopo qualche anno (mia mamma ovviamente li ha buttati tutti, benedetta donna avversa all'accumulo!)
A quei tempi non capitava mai che uno tornasse a casa con un capo che non si sapeva a cosa abbinarlo (come quando io compro maglioni asimmetrici a righe o vestiti gialli, ad esempio). E soprattutto esistevano dei cappotti bellissimi, caldissimi e indistruttibili!

Ma quei tempi sono passati e - ve lo dico brutalmente - non torneranno mai più. Perché oggi esiste Zara. E Mango. E vabbè esiste anche H&M sebbene a me faccia profondamente ribbrezzo. E se vivi in un posto civile (tipo non in Italia) esiste pure Topshop che costa un pochino di più ma che è situato ad un livello di inimmaginabile figosità. E se oggi chiedessero alla donna della strada (che non è una prostituta, bensì l'equivalente femminile del celeberrimo Uomo della Strada) se preferisce comprare un capo all'anno fatto con tutti crismi di questo mondo oppure 50 capi di Zara, sono certa che la risposta sarebbe "Zara tutta la vita!".

Insomma sti cazzi della qualità se non possiamo permettercela. Il fast fashion è democrazia applicata alla moda ed è anche il motivo che ha permesso a gente come me di auto-definirsi una Fescion Blogger. Da Zara io posso comprare un vestito e sentirmi figa. E pazienza se questo ha fatto si che talvolta io sia tornata a casa con scarpe immettibili, chemisier gialli in lino e camicioni verde smeraldo.

Zara in particolare mi regala enormi soddisfazioni invernali perchè da un paio di anni ha ideato una linea di semplici e versatili maglioncini in cachemire. E sono quasi certa che lo abbia fatto pensando a me che proprio in quel periodo (circa 2 anni fa) ero giunta alla drastica conclusione che da novembre a marzo il mio busto non potesse entrare in contatto con materiali diversi dal cachemire. O CACHEMIRE O MORTE!
Al momento ne possiedo 3 di quelli di Zara, tutti rigorosamente cardigan e nell'ordine color talpa, nero e senape. (Poi un giorno vi racconterò nel dettaglio della mia collezione di cachemire che sto ingrandendo con costanza e furbizia).
 


Tuttavia c'è una cosa in cui nemmeno Zara è ancora riuscita ad accontentarmi: IL CAPPOTTO.

Premesso che sono una personcina alquanto freddolosa (per intenderci 2 anni fa ho tolto il piumone a metà luglio e solo perché i miei coinquilini me l'hanno chiesto per pietà che avevano caldo solo a pensarci), vivo nella perenne ricerca del cappotto perfetto che deve avere le seguenti qualità:
- forma avvitata (o in alternativa "a uovo" che fa tanto Mad Men),
- trama in lana purissima o materiali tecnologici che sembrino lana purissima ma che siano meglio della lana purissima,
- colore sobrio mettibile con tutto (sono pochi i colori di questo tipo ma esistono: talpa, grigio, champagne),
- peso infimo (che sono afflitta dal mal di spalle da cappotto),
- livelli di calore da fabbrica metallurgica.

... E ovviamente non deve trattarsi di un piumino o di un giaccone tipo Fay o quell'altro di cui non ricordo il nome tanto che lo trovo inguardabile.... Posso accettare solo i parka purché non brandizzati!

Ma veniamo al dramma, alla tragedia, al supplizio che mi affligge. Il dramma è che un cappotto così non lo produce nessuna catena di fast fashion. No, Zara/Mango o chi per loro ti adulano con cappotti che sembrano bellissimi ma che quando li tocchi hanno la consistenza della carta stagnola e allora capisci che con quel cappotto saresti incomparabilmente figa ma probabilmente moriresti anche assiderata sul Lungotevere al primo colpo di vento autunnale. E ti viene lo sconforto perché pensi che i cappotti caldi che possiedi oramai ti fanno schifo e li metti solo per necessità e convenzione ma non li ami per niente, un pò come quei matrimoni che si trascinano per il bene dei figli...

Insomma quest'anno mi sono innamorata di un cappotto di Mango, grigio antracite, tessuto leggermente rigato, chiusura zip asimmetrica e colletto coreano. 
Capite quanto mi starebbe bene questo cappotto??? Solo che sta meraviglia ha una trama composta da fili di saliva di lumaca e cotone che io a gennaio potrei anche rinunciare alla vita trovandomi in strada così poveramente rivestita. Dici "beh e che pretendi per 89.99 euri?". Giusto! Nulla, infatti me lo comprerò così come comprai il cappotto rosso con megabavero nel 2007 e quello militare grigio nel 2009. Poi ne riparliamo a dicembre quando mi ritroveranno sul ciglio della strada con un principio di ipotermia.

6 commenti:

  1. Una risposta per te c'è... e si chiama Le Nou!!!

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    1. interessante! allora alla prossima birra in piazzetta passo a dare un'occhio...

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  2. Stesso problema, voglio un cappotto ma quelli low cost (anzi, con prezzi umani, perchè comunque 90 euro non so proprio pochissimi) sono rigidi...mi infastidisce proprio toccarli!=)
    Se trovi una soluzione, facci sapere!

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    1. Io veramente speravo che la soluzione me la trovaste voi!!!!

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  3. Una domanda: cazzo è il color talpa?!

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    1. beata ignoranza! il color talpa è il colore IN per antonomasia già da un paio di stagioni: non è marrone, non è beige, non è rosa, non è grigio ma è un pò di tutte queste cose. Inoltre ha il vantaggio di abbinarsi benissimo quasi a tutto. Caldamente consigliato per gli accessori! Tiè fatti una cultura
      http://www.google.it/search?q=color+talpa&hl=it&rlz=1C1AVSX_enES503ES503&prmd=imvns&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=MYtoUOLDC-_44QSip4HQBw&ved=0CCkQsAQ&biw=1366&bih=667

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