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lunedì 15 ottobre 2012

Parigi

Come tutti sapete sono stata in visita ufficiale in Francia. 
Si è trattato di una visita importantissima, che le autorità locali attendevano da tempo e che avevano preparato con attenzione maniacale. Peccato per la pioggia battente, che ha impedito a Madame Hollande di accompagnarmi aux jardins de Luxembourg per dare da mangiare ai cigni e alle paperelle.
Procederò in maniera randomica perché - come tutti sanno - io mi caco il cazzo. E anche perché non saprei come altro procedere.

Colazione.
Ho fatto colazione con Roquefort e St Nectar poi mi sono messa alla ricerca del pane tostato e del beurre salé che - udite udite - non c'era, causando in me una cocente delusione perché nella mia testolina bacata la Francia è un esagono di formaggio. Se ve lo state chiedendo, si, il Roquefort è quello che puzza di cani morti con la muffa dentro.
Non paga mi sono diretta a piedi verso Ladurée dove ho assaggiato solo 3 tipi di macarons (caramello, cioccolato e pistacchio) perché gli altri avevano colori improbabili e mi facevano paura. A parte il fatto che quello al caramello era molto buono e che in generale sono molto carini da vedersi e li puoi abbinare alla borsa, sti macarons sono una boiata infinita, quindi li lascio volentieri alle feshion bloggher. 
Io preferisco rotolarmi su un tappeto di Roquefort, nuotare in una piscina di burro salato e poi leccarmi tutta da sola!


Zoccole. 
No non parlo delle escort o delle signorine dei sexy shop. E nemmeno della parigina media che, come tutti sanno, è una stronzetta maliziosa. Parlo proprio dei ratti! Vi giuro che non ne avevo mai visti tanti, tanto ben organizzati e così in salute. A un certo punto, stavo nel piazzale di Notre Dame e mi sono accorta che c'erano più zoccole che cristiani, famiglie intere di zoccole che andavano a cena fuori. Una roba imbarazzante.

Metro
Resta l'aspetto che preferisco di Parigi innanzitutto perché vivendo a Roma soffro di "invidia della metro" ma soprattutto perché le metro parisien è un concentrato di umanità che solo certi romanzi russi possono comparare. In metro siamo tutti uguali: il magrebino che rulla una canna e l'hypster con le cuffie tipo anni '80, il turista tedesco in vacanza e lo studente Erasmus. Tutti con un unico obiettivo: trovare posto seduti, possibilmente non sugli strapuntini! Non conta la razza, il sesso, il titolo di studio o il reddito annuo. Conta solo la cazzimma che ci metti.
Inoltre in metro è molto facile farsi i cazzi altrui quindi per la modica cifra di 1,70 euro ottieni un mezzo di trasporto E una forma di intrattenimento assimilabile al cinema o al teatro. Quando si dice value-for-money...
Detto ciò ho notato un triste cambiamento nella linea 2. Dov'è finita la MIA linea 2? Cos'è sto treno nuovo pulito sistemato che ha preso il posto della mia linea preferita, quella che unisce i quartieri di immigrati e operai con i quartieri bene? Ridatemi la mia linea lercia e fetente!


Radical-chicchismo
Mi è parso che il tasso di Radical-chicchismo parigino si sia notevolmente abbassato. Sarà la crisi economica, sarà che oramai trovare un parigino a Parigi è impresa disperata. Sospetto che siano tutti in anno sabbatico in India a cercare sé stessi e abbiano lasciato la città in mano ad Erasmus italiani chiassosissimi che si accompagnano solo con altri Erasmus italiani atteggiandosi come se fossero tanti piccoli Sartre durante la guerra mentre mangiano crêpes a St. Michel. Il radical-chicchismo resiste asserragliato nei suoi luoghi primari tipo il Café de Flores dove figli di papà con la cresta conciati come scappati di casa bevono un café creme per la modica cifra di 10 euro.



Shopping: Ho infranto il mio voto di castità e non provate nemmeno a farmi sentire in colpa perché sono stata a Parigi mica a Frosinone! Avete presente le tentazioni che ho subito? Avete presente la forza di volontà che ho dimostrato nel resistere alla maggior parte di queste tentazioni? 
Ho passato 20 minuti a valutare la possibilità di farmi rasare la testa da un giapponese punk che chiedeva 85 euro SOLO per il taglio. 
Ho sbavato davanti alle vetrine di The Kooples che per mia fortuna è troppo caro e infine ho ceduto in un negozio del Marais che vi consiglio fortemente.
[Ve lo dico prima che iniziate a sfrantumarmi le ovaie. Queste non sono marchette, non mi hanno fatto nemmeno 1 € di sconto al negozio e, a parte essere stati gentili con questa sconosciuta e bagnata ragazza italiana che faceva foto, non hanno fatto nulla per remunerarmi. E infatti devo trovarmi un hobby migliore di questo blog che di questo passo non possederò mai una Chanel come invece so di meritare. La mia è pura generosità e altruismo. E poi mi è sempre piaciuto fare la maestrina]. 
Si chiama Les Invahisseurs e ha solo 3 punti vendita tutti a Parigi (uno nel Marais, uno a Rivoli e un altro a Victor Hugo)  e uno store online (http://eshop.les-envahisseurs.net/). Il bello di Les Invahisseurs è che è figo tanto quanto gli altri negozi parigini ma ha prezzi abbordabilissimi non solo per Parigi ma perfino per l'Italia. Inoltre, a differenza di Zara&co., non c'è il rischio di acquistare un capo che avrai solo tu e tutte le altre ragazze della tua città. I pezzi che ho apprezzato di più sono stati i maglioni coloratissimi, i foulard stampati e le borse borchiate (le più belle purtroppo non si possono acquistare online e non sono nemmeno riuscita a fotografarle tanta la ressa di ragazze impazzite che c'era attorno). Insomma se ci tenete ad avere un look molto parigino spendendo meno di 50 euro ve lo consiglio caldamente!



Café: a Parigi si passa la metà del proprio tempo nei bar a sorbire bevande di qualsiasi tipo a qualsiasi ora. La visione di queste orde di esseri umani serrati l'uno affianco all'altro separati dal freddo e dalla pioggia da una vetrata è una delle cose che più mi strugge di questa città. Ma l'aspetto più interessante sono certamente i camerieri, solitamente manzi di altissimo livello che tra una biere a pression e un grog ti fanno l'occhiolino! L'unico contro è che per entrare nei loro maledetti tavolini rotondi e riuscire a collocarci una tazza e un piattino occorre essere contorsionisti.


Essere cool a Parigi: purtroppo devo ammettere che insieme al Radical-chicchismo anche il tasso di stilosità delle parigine si è molto abbassato. Niente trench. Niente cappelli a falde larghe. Niente mariniere. Niente cashetti biondi stile Catherine Spaak. Va invece moltissimo il look punk-chic-coi-soldi di quella stronza di Alice Dellal. 

Se non siete pronte a farvi rasare da un lato (si dice sidecut, razza di bestie ignoranti che non siete altro!) e a indossare shorts in jeans a vita alta con calze bucate, reggiseno a vista e giacca di pelle borchiata, c'è solo un'alternativa. Ispiratevi alla vostra Nené Cherie che, come al solito, ha azzeccato il look vincente.
I pezzi irrinunciabili per questa stagione sono:
maglione con stampa anni 80 (acquistato in loco, visto che i miei li ho buttati 15 anni fa) o, in alternativa, un cardigan bon ton maculato (CE L'HO!)
- ankle boots con tacco basso genere Isabelle Marant (CE L'HO! uguali uguali ma comprati da Hakei)
- giacca oversize dal taglio maschile possibilmente spigata o principe di Galles (CE L'HO!)
Io sono quella in carne e ossa

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