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giovedì 23 agosto 2012

Ma com'è che sono diventata così scema?

Sto ricevendo parecchie richieste da gente che mi chiede - magari non proprio in questi termini -

"Ma com'è che sei diventata così scema?"

Insomma pare che chi mi conosce dal vivo non riesca a capacitarsi del fatto che la sottoscritta sia l'artefice di un blog TASSATIVAMENTE dedicato a cazzate che non hanno alcuna speranza di - non dico cambiare il mondo - ma quantomeno suscitare qualche dibattito sensato.

Ora, a parte che chi mi conosce veramente sa che io sono sempre stata nel profondo del mio cuore una donnina sciocca e frivola, voglio spiegare a tutti com'è che sono diventata così scema.

Quando ero molto giovane ero anche molto seria. La moda non mi interessava affatto e infatti ai tempi del liceo ero probabilmente la peggio vestita della scuola. Tuttavia anche all'epoca il sabato sera le amiche venivano a prepararsi a casa mia, ma più che altro perché mia mamma offriva le sigarette a tutte e perché, tra lei e mia sorella, nel bagno si erano accumulati tanti di quei trucchi che sembrava di stare da Sephora.

Comunque io quando stavo al liceo mi interessavo ad altro. Ero molto triste e preoccupata per le sorti del mondo, per il Kosovo, per il conflitto in Medio Oriente e per l'imperialismo americano. Scrivevo poesie, mi battevo contro le riforme scolastiche (senza capirci un granché lo ammetto) e litigavo con mia mamma che non voleva mandarmi a Genova dopo che a Napoli la polizia per poco non mi aveva lasciato a terra per le mazzate.

Questa profonda, sebbene infantile, coscienza civile mi spinse a iscrivermi alla Facoltà di Scienze Politiche dell'università più altermondialista d'Italia dove avrei potuto agevolmente frequentare i miei simili. Solo che i miei simili leggevano 2-3 quotidiani al giorno, andavano alle conferenze in cui parlavano intellettuali in tournée e per lo più studiavano arabo. Sarà stata tutta questa serietà o forse il mio indomito spirito di contraddizione ma io proprio in quel momento iniziai a leggere le riviste di moda.

Principiai con D di Repubblica che la mamma vagamente radical chic del mio allora fidanzato lasciava ancora imbustato in giro per casa che-tanto-lei-leggeva-solo-Il-Manifesto.
Poi pensai che dopo ogni esame superato con profitto ero in diritto di concedermi la lettura di un Vanity Fair. Così. Per rilassarmi senza diventare proprio del tutto scema.
E fu così che finii a leggere Cosmopolitan!Ovviamente in clandestinità dato che tutti intorno a me erano ancora molto seri e avrebbero pensato male assai della sottoscritta vedendola sfogliare avidamente una rivista dedicata agli accessori dell'autunno.

Mi mancava il coraggio di fare outing e annunciare a parenti, amici e conoscenti che forse forse non volevo più fare l'editorialista su Repubblica bensì scrivere questo è IN e questo è OUT su Glamour. C'era dentro di me questa fortissima aspirazione a parlare di cazzate ma me ne vergognavo quindi continuavo a guardare Santoro e a discettare sull'influenza del sistema elettorale sulla governabilità del Paese.

In quel periodo di sdoppiamento della personalità feci una grande scoperta che mi sarebbe tornata utile in futuro. Ovvero che non tutti gli "interessi" avevano sulla mia psiche i medesimi effetti. In particolare mentre le riviste di moda mi mettevano di buon umore e riuscivano quasi sempre a distrarmi dai miei problemi personali evitando che io iniziassi a prendermi a martellate in testa, la lettura dei cosiddetti "quotidiani seri" mi faceva sistematicamente incazzare come una biscia e se per caso avevo un problema personale aggravavano i miei propositi di suicidio. I programmi di approfondimento televisivo poi non ve lo dico proprio...

La svolta arrivò 2 anni fa. Per un'insieme fortunato di coincidenze mi trovai un giorno:
- con un lavoro ma senza stipendio
- in una città che non era la mia e in cui non ero all'epoca assolutamente integrata
- senza casa e senza nemmeno i soldi della caparra
- con le mie povere cose stipate nel soggiorno di una gentilissima donna alla quale non sarò mai abbastanza grata
- con 150 euro sul conto in banca
- con la famiglia lontana e per vari motivi impossibilitata ad aiutarmi (a parte darmi un po' di soldi, si capisce, che non è che vengo proprio dal Terzo Mondo)
- con la schiena dolorante a causa di percosse subite
- con un enorme mal di testa dovuto all'alluvione di lacrime versate
- and last but not least con il mio ragazzo che mi annunciava simpaticamente che non mi amava più e che pertanto me ne dovevo andare affanculo.

Spero di aver reso l'idea. Ecco ero molto triste. Così triste che dovetti correre ai ripari, quindi mi feci ospitare da un'amica, mi cercai un'altra casa, mi feci bionda, iniziai a guardare Gossip Girl (ebbene si!) e a frequentare abitualmente il sito di Style.
E quando proprio mi prendeva la depressione per quanto la mia vita faceva schifo in quel momento e quanto poco vedessi una via d'uscita mi mettevo a pensare fortemente ai tagli di capelli e alle borse che mi piacevano. Ho detto pensare, eh, mica comperare!

Per cui chiosando vi dico questo:

SONO DIVENTATA COSÌ SCEMA PERCHÉ QUALCHE TEMPO FA FASHION SAVED MY LIFE FROM THE BROKEN HEART!

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